Venti giorni di allenamento e sette di pausa e diversi trasferimenti all’anno tra Cagliari e Trapani; poi, le trasferte per le gare e, infine, una laurea in Giurisprudenza da provare a conseguire. Benvenuti nella vita di uno studente atleta. Benvenuti nella vita del velista Federico Figlia di Granara.
Sesto al Campionato Europeo assoluto, terzo al Mondiale Juniores e dodicesimo al Mondiale Assoluto (solo quest’anno), Federico ha appena portato a casa anche il titolo di Campione Italiano Junior e l’argento nella classifica assoluta, conquistati il 2 novembre a Palermo nel Campionato Italiano delle Classi Olimpiche. Lo intervistiamo nei pochi giorni di pausa tra questa regata e l’ultimo appuntamento della stagione: il Campionato Europeo Juniores.
“È stata una stagione incredibile”, ha commentato Federico, che quest’anno è anche riuscito a guadagnarsi un posto a tutti gli effetti nella squadra olimpica. Un onore immenso per uno sportivo, che sa al contempo che niente arriva senza sacrificio: “mi sono dovuto trasferire da Napoli a Cagliari per allenarmi e d’inverno ogni tanto ci spostiamo anche in Sicilia”, racconta.
La scelta del curriculum ‘Navigazione’ “una marcia in più”
Frequentare i corsi di Giurisprudenza è diventato impossibile e tenersi al passo è una lotta contro il tempo. Una presa di coscienza non facile per uno come Federico, ambizioso e dedito sia alla vela che allo studio, che tenta di tenere in tutti i modi assieme due anime di cui, però, ha la sensazione che ogni volta che dà più attenzione ad una, l’altra rischia di volare via.
“Fino a dicembre del 2024 riuscivo ad avere un ritmo e anche a seguire le lezioni. Saltavo due esami all’anno, però tenevo fede al mio obiettivo: avere una media molto alta. Non mi piace fare le cose male”, riporta. In questa impresa, il suo alleato numero uno rivela essere stato il programma ‘atleta federiciano’: “per me non poter cambiare la data di un esame significa non sostenerlo: ho venti giorni al mese di convocazione in cui non posso essere in nessun altro luogo se non in quello in cui mi alleno”, spiega.
“Senza il programma, avrei dato almeno dieci esami in meno”, dichiara. Ma Federico non molla: “ho scelto Giurisprudenza perché mi piaceva e volevo puntare su qualcosa di totalmente diverso dalla vela, che mi potesse portare lontano dal mare se le cose non fossero andate come speravo”, racconta.
Alla fine, però, così non è stato, perché il curriculum in cui ha scelto di specializzarsi è ‘Navigazione, logistica e trasporti’. Una decisione che si è tuttavia rivelata vincente, perché ora sente di avere “una marcia in più” rispetto ad altri velisti: “sono conoscenze che metto in pratica ogni giorno. Riesco a dialogare con più consapevolezza con un amministratore delegato o con un ufficio marketing soprattutto nell’ambito delle sponsorizzazioni, che nel mio sport spesso provengono da compagnie di navigazione”.
La tesi? In Diritto Commerciale
Anche se non si immagina per niente nei panni dell’avvocato o del magistrato, e la vela al momento gli sta offrendo molte più opportunità, “conoscere mi interessa, credo mi renda migliore, e sapere una nozione in più di diritto tributario o internazionale è qualcosa che voglio al di là dell’esame e di quello che verrà dopo”.
La materia in cui vorrebbe fare la tesi? Diritto Commerciale. “Mi ha appassionato davvero tanto – racconta – Mi ha portato a guardare la realtà con occhi diversi: dalle società all’impresa, tutto quello che si studia è davanti ai nostri occhi ogni giorno, solo che ne ignoriamo il funzionamento”, commenta.
Anche se, ora come ora, quasi dodici ore al giorno ruotano interamente attorno alla vela e in un mese ha solo sette giorni per tornare a Napoli e dedicarsi al diritto davvero, Federico non immagina la sua vita senza l’università: “la sto rallentando perché voglio trattarla con rispetto.
Non voglio presentarmi agli esami e cercare di passarli a stento e credo che fare così mi aiuterà a capire davvero quale delle due strade voglio battere”. Quest’anno “sportivamente avevo un po’ di opportunità da cogliere e le ho colte. Arriveranno tempi più tranquilli per laurearmi”, conclude.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.18 – 2025 – Pagina 28







